Parecchie volte i ghiacciai sono scesi lungo la Val Camonica fino a qui, dove hanno depositato sui loro fronti semicircolari gli ammassi di detriti che hanno prodotto i concentrici archi collinari della Franciacorta. Quando, 10.000 anni fa, l'ultimo ghiacciaio si ritiro', il fondo della cerchia collinare piu' interna rimase allagato, diventando una conca d'acqua poco profonda e senza sbocchi. Una ricca vegetazione vi si deposito' e vi si decompose parzialmente, originando uno strato di torba. Dunque, la conca d'acqua si colmo' e si trasformo' in una specie di prateria acquitrinosa, il cui suolo non era terra, bensi', appunto, torba. Tale rimase per secoli, fino a che, intorno all'Ottocento, si vide in questo e in altri giacimenti di torba una possibile risposta 'italiana' alla fame energetica dell'industria nascente, considerato che la torba essiccata e’ combustibile. Per cent'anni, da meta' Ottocento a meta' Novecento, quasi soltanto a forza di braccia, il deposito torboso fu asportato, ricreando una conca d'acqua di 350 ettari, suddivisa in specchi da un reticolo di argini erbosi, reliquie dell’antica prateria. Il nuovo ecosistema ospita una flora particolare, come le candide ninfee, ed e’ gradito, per la sosta o la nidificazione, a decine di specie di uccelli acquatici. Esso offre anche un paesaggio mozzafiato e unico, alle cui seduzioni, sempre diverse al mutar della luce e dei punti di osservazione, non sfuggono manco i cuori di pietra. Per tutti questi motivi, il luogo e' tutelato nelle forme di una Riserva Naturale.