LA PASSIU’ D’EN BEL LAURA’

Dal: 29-10-2017 Al: 25-12-2016

Monastero San Pietro in Lamosa

LA PASSIU’ D’EN BEL LAURA’

Funzionalità e ricerca estetica negli oggetti d’uso: l’artigianato popolare del nostro passato e il design industriale del presente. 

 

Da qualche anno, il Monastero dedica una mostra autunnale alla civiltà pre-industriale nel Bresciano (con dilatazioni nella fascia tra pianura e montagna dell’Alta Italia). Perciò, i titoli di queste mostre sono in dialetto, la lingua di quella civiltà, e ognuna intende evocare un aspetto di essa con oggetti, fotografie, documenti recuperati presso musei e collezioni, pubblici e privati, dell’Alta Italia.

Dopo le attività produttive, la religiosità, le forme di intrattenimento, l’alimentazione, l’aspetto che ora si vuole evocare è il gusto estetico dei ceti popolari. La presa d’atto di tale aspetto è assolutamente indispensabile per comprendere quella civiltà e la “cultura popolare”. Solitamente, per qualificarle, si ricorre a categorie come “ingenuità”, “semplicità”, “naturalità”, quasi fosse ad esse sconosciuto il pensiero complesso e quasi esse, assorbite com’erano dalla fatica per soddisfare i bisogni fisiologici primari, non avvertissero altre esigenze ed aspirazioni. Ebbene, questa mostra intende dimostrare il contrario con testimonianze del loro gusto estetico-creativo. Anch’esse coltivavano assiduamente la bellezza, ovviamente a modo loro e coi loro mezzi. Se per le classi alte il massimo della bellezza stava in “opere d’arte” distinte e diverse dagli oggetti d’uso, per i ceti popolari la bellezza era perseguita insieme alla funzionalità negli oggetti d’uso quotidiano. Era “la passiù d’èn bèl laurà”, tipica soprattutto dell’artigianato popolare, ma evidente anche nell’operare quotidiano dei non-artigiani: basta pensare al cucito o al ricamo delle donne o al modo di tenere un vigneto o di fare terrazzamenti. 

Con l’arrivo delle macchine e con la produzione in serie, questa straordinaria sensibilità del popolo nel coniugare funzionalità e bellezza degli oggetti d’uso rischiava di andare perduta. Ma sempre più ci si rende conto della sua importanza, tanto che, nei processi produttivi attuali, ha assunto centrale rilevanza la figura del designer, la cui funzione consiste propriamente nel progettare oggetti funzionali e nello stesso tempo capaci di suscitare emozioni estetiche. Non a caso, famose scuole di design, a cominciare dalla Bauhaus, si sono ispirate esplicitamente all’artigianato popolare; e non a caso,  l’industria ha chiesto ad artisti famosi (G. Balla, F. Depero, E. Prampolini, V. Kandinskij, Afro e Mirko Basaldella, G. Capogrossi) di cimentarsi nella progettazione di arredi e altri oggetti d’uso. Ecco perché la mostra affianca agli oggetti del passato alcune testimonianze di design industriale. 

 

Opere artigianali provenienti da: Villa Mazzucchelli – Museo della Moda e del Costume, Ciliverghe di Mazzano (BS) -  Museo della Musica, Brescia - Museo della seta e dell’arte tessile, Adro (Bs) Trodlel Antiquariato, Brescia - L’arte nel vetro Castelvedere, Rovato (Bs) Collezioni Roberto Cuccia, Giuseppe Ferrari, Lia Tozzi, Novecento Provagliese

Opere di design industriale provenienti da: Bialetti Industrie Spa, Coccaglio (Bs) Museo Alessi, Crusinallo di Omegna (Verbano) Flos Spa, Bovezzo (Bs) 

 

 

Coespositori:

 
www.bialetti.it
 
www.flos.com
 
www.alessi.com